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Un commento sul tema dei servizi ICT

di Fulvio Corno (Dipartimento di Automatica ed Informatica, Politecnico di Torino).


Ho letto con attenzione gli interventi di Vittorio Curri e Marco Torchiano, che toccano il tema dei servizi IT (Information Technology) di ateneo.

Vorrei contribuire con due pensieri:


1) l'impatto dell'IT sui processi (gestionali, amministrativi, didattici, contrattuali, ...) del Politecnico è adeguatamente valorizzato e sostenuto?

È infatti innegabile che, sia per vincoli esterni, sia soprattutto per efficienza interna, molte procedure ed attività si sono spostate (e si sposteranno sempre di più) su modelli gestiti da piattaforme informatiche.

L'informatizzazione dei processi permette sia dei risparmi in termini di attività manuali (si pensi alla registrazione esami od al registro elettronico), sia il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi (si pensi alla complessità delle elaborazioni bibiliometriche che ci permettono, di fronte alle più astruse richieste ministeriali, di poter selezionare in modo ottimale i "prodotti" da inviare), fino all'esistenza stessa di alcune tipologie di servizi ormai parte della nostra quotidianità (penso alle videolezioni, alle conferenze in video streaming).

Gli strumenti tecnologici influenzano il modo di lavorare. Dobbiamo chiederci se il Politecnico vuole governare lo sviluppo (o l'adozione) di processi e strumenti, oppure vuole farsi governare da essi. Qual è la sede nella quale si analizzano le strategie legate allo sviluppo dei sistemi informativi? Qual è la visione di medio-lungo termine? Quali sono le competenze necessarie, sia nelle aree amministrative che nell'area IT, necessarie alla pianificazione e gestione di questi processi? Di fronte allo sgravio di attività manuali permesse dall'IT, sono stati adeguatamente potenziati i settori tecnologici? [Nota: questo ragionamento prescinde dalla discussione sullo sviluppare vs. acquistare, è valido in entrambi i casi]

Il governo di questo aspetto è attualmente molto frammentato e non traspare una visione d'insieme né una direzione strategica. Mi piacerebbe che il Politecnico investisse e prendesse una posizione anche su questo aspetto.


2) come Politecnico, non dobbiamo chiederci solamente "quale IT vogliamo?", ma "quale Area IT vogliamo?"

Con questo slogan intendo evidenziare come il Politecnico non sia assimilabile ad un'azienda "qualsiasi", nella quale l'IT sia visto esclusivamente come un fattore abilitante ed un costo da sostenere (e da minimizzare), alla stregua di una commodity. Se è pur vero che molte tecnologie oggi sono facilmente ottenibili (come quasi-commodity), ciò non vale per le competenze necessarie a gestirle (o ad inventarle!). Vogliamo che l'area IT si riduca ad un ufficio acquisti ed un servizio di assistenza agli utenti? O crediamo che le competenze tecniche, e la realizzazione e gestione di sistemi informativi, possano effettivamente costituire un elemento differenziante e qualificante del nostro ateneo? Provo a fare qualche esempio relativo al passato.

Il Politecnico di Torino è stata una delle prime università a dotarsi di un sito web, negli anni '90. Esso è nato come sperimentazione congiunta tra professori e ricercatori del DAUIN, e tecnici dell'allora CESIT. Le competenze acquisite in quella fase hanno avuto ricadute sia sulla ricerca, sia sulla competenza del personale tecnico. Anche se oggi sarebbe tecnicamente ed economicamente possibile ospitare il nostro sito "nel cloud", il percorso progettuale "pionieristico" è stato utile.

Circa nello stesso periodo, all'interno dell'allora "Settore dell'Informazione" (poi divenuto III Facoltà), si iniziava a sperimentare una prima modalità di condivisione di materiale didattico tra docenti e studenti. Qualcuno ricorderà il "Progetto Ulisse". Il sistema era inizialmente gestito in modo sperimentale (semi-artigianale), da un team misto di ricercatori e dottorandi dei DAUIN, personale delle segreterie studenti, tecnici del CESIT. Il progetto fu poi esteso agli altri corsi di laurea, per poi confluire definitivamente in quello che oggi è il Portale della Didattica. Oggi potremmo acquistare un'area su Google Drive o Dropbox? Sì, certamente, oggi. Ma noi avevamo già questi servizi 15 anni fa. Ed abbiamo tuttora le competenze e l'esperienza acquisite.

Analogamente, le sperimentazioni in campo multimediale, da parte di diversi dipartimenti in collaborazione con le aree tecniche, nate inizialmente sulla scorta del Consorzio Nettuno (di cui il Politecnico è innegabilmente stato forza creatrice ed ispiratrice), hanno portato alla realizzazione di prodotti didattici di varia natura. Se oggi molti esami (compreso il TIL) si possono svolgere in laboratorio, è anche grazie a quelle esperienze. Se il Politecnico è stato tra le prime università italiane ad offrire le video-lezioni (sabaudamente, senza sbandierarlo troppo), è anche grazie a quelle esperienze. Analoghe retrospettive sarebbero possibili su molti altri aspetti del Politecnico che conosciamo oggi (Wi-Fi, e-mail, MyPoli, firma digitale, ...), tutte riconducibili allo stesso schema.

Se tra 10 anni vorremo che il Politecnico possa dire "oggi il servizio/tecnologia XYZ è una commodity acquistabile, ma noi siamo stati tra coloro che hanno contribuito ad inventarlo/a e sperimentarlo/a ed abbiamo le competenze per poterlo/a gestire al meglio", allora è opportuno che la discussione sui servizi IT si sposti, anche e soprattutto, sulle risorse umane (dei dipartimenti e delle aree tecniche), riconoscendone il valore ed il ruolo di innovazione che conferiscono al Politecnico.